Qualcosa sull’architettura è un titolo volutamente elusivo. Non indica immediatamente né gli oggetti del discorso, né la sua posizione verso ciò che si prepara a mostrarci. L’operazione teorica svolta dall’autore ha l’andamento di un processo sperimentale che mette l’architetto continuamente in dialogo con i contesti dell’attualità e del passato, con il pensiero critico che esige consapevolezza e con il pensiero poetico che aspira all’invenzione. L’unitarietà dei saggi che Carpenzano ha riunito in questo volume – secondo otto parole chiave: la misura, l’errore, la forma, la citazione, il doppio, la bellezza, lo spazio, l’ordinario – e che sono nati in occasioni differenti, è data dalla loro collocazione all’interno del processo compositivo. Sono tutti pensieri e figure dell’architettura “nella” composizione, in rapporto costante con la pratica e con la conoscenza del progetto. Coerentemente con l’impostazione saggistica dei singoli scritti, il testo non contiene definizioni dell’architettura, né tantomeno esternazioni su compiti e doveri degli architetti. Solo in un passaggio si trova qualcosa di assimilabile a una definizione, quando si dice che “l’architettura – unica tra le arti – costituisce il teatro dei fatti umani”.
Qualcosa sull’architettura. Figure e pensieri nella composizione / Carpenzano, Orazio. - STAMPA. - (2018), pp. 1-176.
Qualcosa sull’architettura. Figure e pensieri nella composizione
orazio carpenzano
2018
Abstract
Qualcosa sull’architettura è un titolo volutamente elusivo. Non indica immediatamente né gli oggetti del discorso, né la sua posizione verso ciò che si prepara a mostrarci. L’operazione teorica svolta dall’autore ha l’andamento di un processo sperimentale che mette l’architetto continuamente in dialogo con i contesti dell’attualità e del passato, con il pensiero critico che esige consapevolezza e con il pensiero poetico che aspira all’invenzione. L’unitarietà dei saggi che Carpenzano ha riunito in questo volume – secondo otto parole chiave: la misura, l’errore, la forma, la citazione, il doppio, la bellezza, lo spazio, l’ordinario – e che sono nati in occasioni differenti, è data dalla loro collocazione all’interno del processo compositivo. Sono tutti pensieri e figure dell’architettura “nella” composizione, in rapporto costante con la pratica e con la conoscenza del progetto. Coerentemente con l’impostazione saggistica dei singoli scritti, il testo non contiene definizioni dell’architettura, né tantomeno esternazioni su compiti e doveri degli architetti. Solo in un passaggio si trova qualcosa di assimilabile a una definizione, quando si dice che “l’architettura – unica tra le arti – costituisce il teatro dei fatti umani”.File | Dimensione | Formato | |
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